Negli ultimi 12 mesi le persone uccise da questi ordigni
sono
state tra 15 e 20.000: in calo, ma ancora troppi.
E 46 Paesi non hanno firmato il trattato che li bandisce. Diminuiscono produzione e uso di mine; aumentano i fondi
per bonificare i terreni infestati da queste armi vigliacche;
cresce il numero dei Paesi che le bandiscono, anche se
continuano a mancare all'appello troppe nazioni.
Circa i morti e i feriti, la cifra complessiva (15-20.000, nei 12
mesi appena trascorsi) ridimensiona la tragica contabilità
dell'orrore che, stando al Comitato internazionale della Croce
Rossa, ancora sul finire dello scorso decennio parlava di 26.000 vittime
all'anno.
Con il Landmine Monitor Report 2003, la Campagna internazionale per
la messa al bando delle mine fa il punto della
situazione.<<L'edizione di quest'anno denuncia la morte
o il ferimento negli ultimi 12 mesi di 5.695 persone solo nella
Cecenia>>, <<La triste classifica vede al secondo posto
l'Afghanistan (1.286 vittime), seguito da Cambogia (834), Colombia (530),
India (523), Irak (457), Angola (287), Ciad (200), Nepal (177), Vietnam
(166), Sri Lanka (142), Burundi
(114), Myanmar (ex Birmania; 114), e Pakistan (111)>>.
I dati raccolti nell'edizione 2003 del Landmine Report indicano
la presenza di mine o di ordigni inesplosi in 82 Paesi.<<In 16
di questi stati non sono attivi programmi di bonifica e in 25 non esistono
neppure programmi di sensibilizzazione per la gente>>,<< Il 15
per cento delle vittime registrate nell'ultimo anno (estate 2002- estate
2003) è composto da militari; l'85 per cento è costituito da civili>>.
Il pericolo delle bombe a grappolo
<<Nel periodo in esame>>, dice la Dentico, <<risultano
aver usato mine antiuomo almeno 6 Governi (Myanmar, che nega, India, Irak,
Pakistan, Nepal, e Russia) e 11 di opposizione armata.
In entrambi i casi, meno che in passato. Nello stesso lasso di tempo, 36
Paesi hanno annunciato di aver smesso di fabbri
care mine. I Paesi produttori rimasti sono 15, tra cui Cina, Russia, Usa,
tutti Paesi che - con altri 43 Stati - non hanno ancora firmato né
ratificato il Trattato di Ottawa, che dal '97 bandisce produzione, uso e
commercio di questi ordigni.
Le mine, ricordiamolo, non riconoscono tregue o cessate il fuoco;
colpiscono alla cieca anche anni dopo che sono state interrate.
<<Le mine uccidono e mutilano soprattutto là dove si combattono
conflitti volutamente dimenticati (Cecenia e Colombia insegnano). Si corre
infine il rischio di eliminare progressivamente le mine già collocate nel
terreno, ma contestualmente di seminare in vaste aree del pianeta ordigni
simili, più moderni e non meno pericolosi, come le bombe a grappolo (che
spesso rimangono per terra inesplose), usate da Nato e anglo-americani nei
Balcani, in Afghanistan e in Irak>>.
Nicoletta Dentico - Presidente della Campagna italiana contro le
mine
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