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          6 - agosto - 1945 / 6 - agosto - 2013 - 68 anni

68 anni fa il lancio della prima bomba atomica sulla città Giapponese

MAI PIU' HIROSHIMA

Mentre in tutto il mondo commemorano le vittime di quell'immane tragedia, la minaccia nucleare è ancora drammaticamente attuale.
 

   

Un Bambino giapponese porta il fratellino morto sulle spalle. Sta sull'attenti, impassibile, come gli hanno insegnato. Ma non riesce a evitare di mordersi le labbra, tradendo in tal modo le emozioni che prova in un momento così terribile. Quel bambino è un hibakusha, un sopravvissuto alla bomba sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945. Nella città bruciata morirono all'istante 71.000 persone. Molte altre persero la vita negli anni successivi per le conseguenze delle radiazioni,almeno 350.000. Il 9 agosto l'apocalisse si ripeté a Nagasaki: altri 75.000 morti. Sessant'anni dopo, quello scatto è stato scelto dall'associazione "Beati i costruttori di pace" come simbolo per la mostra che dal 6 al 9 agosto a Ghedi, Aviano (sedi di basi militari dove sono custodite bombe atomiche) e a Padova si propone non solo di ricordare quanto è accaduto, ma soprattutto di far comprendere come la minaccia nucleare sia drammaticamente attuale.
<< Altro che disarmo>>, spiega Lisa Clark, attivista dell'associazione,<<gli Stati Uniti hanno intensificato la ricerca di armi nucleari definite, cinicamente, "più maneggevoli", che in pratica significa utilizzabili. Mentre nei decenni passati, infatti, si era sempre detto che gli arsenali atomici avevano solo una funzione di deterrenza, ora si progettano armi pronte all'uso, come i bunker busters, miniordigni nucleari che possono penetrare in profondità>>. Lo scorso maggio si è svolta a New York, nella sede dell'Onu, la conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare, sottoscritto da 188 Paesi (non vi aderiscono Israele, India, Pakistan e, dal 2003, la Corea del Nord). Il trattato impegna i Paesi che dispongono di armi nucleari a eliminare i propri arsenali e gli altri a non crearne di nuovi.
Le nuove "armi convenzionali"
<<Sono stata alla conferenza: un fallimento totale>>, spiega Lisa, <<dovuto soprattutto all'atteggiamento degli Stati Uniti, ma anche della Francia, che hanno sostenuto la necessità di impedire ad altri Paesi di dotarsi di ordigni nucleari, rifiutando allo stesso tempo di ridurre i propri armamenti>>. Una politica confermata da un recente accordo firmato tra gli Stati Uniti e l'India, che mira a un ulteriore sviluppo della tecnologia nucleare nel Paese asiatico.
Un altro motivo di preoccupazione è la progettazione di armi che formalmente rientrano sotto la dicitura "armi convenzionali", mentre in realtà sono armi di distruzione di massa e in quanto tali illegali secondo il diritto internazionale.
<<Un esempio? Il "tagliamargherite" usato in Afghanistan, una bomba da sette tonnellate che non esplode al contatto con il suolo, ma a un metro da terra, massimizzando così la sua potenza distruttiva>>.
Eppure qualche segnale positivo c'è: Belgio e Germania hanno nei mesi scorsi chiesto che tutte le testate atomiche degli Usa lascino il suolo dei rispettivi Paesi; il 67 per cento della  popolazione degli Stati Uniti, secondo un recente sondaggio, è favorevole alla distruzione di tutte le armi nucleari, incluse quelle americane; dal 6 al 9 agosto, invitata dai "Beati i costruttori di pace" è in Italia Seiko Ikeda, una degli ultimi hibakusha, per portare la sua testimonianza (vedi sotto), mentre in tutto il mondo, Stati Uniti compresi, si svolgono marce, manifestazioni, digiuni, per contribuire a realizzare il sogno del sindaco di Hiroshima Tadatoshi Akiba. Nel 2004 ha costituito una "Coalizione dei sindaci per la pace" con un obiettivo ben preciso: <<Far sbocciare un magnifico fiore in occasione del 75° anniversario delle esplosioni atomiche: la totale e globale messa al bando di tutti gli armamenti nucleari entro il 2020. In umiltà, offriamo questo nostro impegno affinché tutte le vittime delle bombe atomiche possano finalmente riposare in pace>>.

IL RICORDO DI UNA SOPRAVVISSUTA

<<Sessant'anni fa, il 6 agosto 1945, era una giornata molto calda. Alle 8.15 di mattina la prima bomba atomica nella storia dell'umanità fu sganciata su Hiroshima. Al momento dell'esplosione mi trovavo a 1.500 metri dall'epicentro. Avevo 13 anni, facevo la seconda media. Ci fu un bagliore fortissimo seguito da un boato. Poi tutto buio. L'onda d'urto mi fece fare un balzo di una quindicina di metri. Quando mi ripresi, mi resi conto che i miei capelli erano tutti bruciati e i vestiti ridotti in stracci. La pelle delle braccia e delle gambe si era staccata e pendeva a brandelli. Gridai, chiesi aiuto, vagando alla ricerca di qualcuno che mi aiutasse. Ovunque vedevo corpi , singoli o ammucchiati,
tutti bruciati. Poi vidi il fiume e mi ci buttai dentro, perché tutto il corpo mi bruciava. Il fiume era pieno di persone e non riuscivo a vedere la superficie dell'acqua. Una nostra vicina riuscì a tornare a casa dopo due giorni e la sua famiglia fu felice di vederla sana e salva. Ma dopo un mese cominciò a star male, talmente male che non riusciva più ad alzarsi dal letto. Perse tutti i capelli e poi cominciò a sanguinare dal naso, dalla bocca, dalle orecchie. Pochi giorni dopo morì per i sintomi acuti delle radiazioni. Più o meno in quel periodo mi diminuì la febbre e cominciai ad alzarmi e a fare qualche passo. Le ferite si stavano rimarginando, ma sentivo che c'era qualcosa di strano nella mia faccia. Trovai lo specchio che la mia famiglia aveva nascosto e mi ci guardai. Fu uno shock terribile, rimasi talmente sconvolta che desiderai essere morta sotto il bombardamento. Per ridare alla mia faccia un aspetto simile a come era, ho subito quindici operazioni. Nonostante tutto, però, sono viva. Sono in ogni caso più fortunata di quelle persone che ho visto per strada quel giorno, o di quelli che sono morti vicino a me nel fiume, senza sapere chi incolpare. Anche oggi, dopo 60 anni, le persone continuano a morire per le conseguenze del bombardamento atomico. E forse domani toccherà a me. In una guerra nucleare non ci saranno ne vincitori ne vinti. Ci sarà solo la distruzione dell'umanità e la fine del pianeta terra... L'appello di pace che lanciamo noi, vittime della bomba atomica, è un appello debole, privo di potere. Eppure credo che crescerà in tutto il mondo, grazie alla compassione e alla simpatia delle persone di tutti i Paesi. Un giorno diventeremo la voce più forte. E questo è il sogno che mi aiuta ad affrontare la paura della morte che mi assale ogni giorno>>. Seiko Ikeda

        

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Un portale per informarsi malattie   rare - aidweb.org - raccoglie e fornisce le informazioni più recenti sulle malattie rare. Un altro portale utile è quello dell'Istituto superiore di sanità - www.iss.it - Digitando il nome della sindrome, appaiono tutti i siti riguardanti la malattia, le associazioni a riguardo e le esperienze di famiglie con lo stesso problema con cui scambiarsi consigli utili.


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