" La mia vita e' un vero inferno"
"Non c'e' la faccio piu' ho dolori fisici ovunque. Ma
soprattutto dolori morali", dice Cecilia."Non ho piu' fede,
non credo che Dio, che e' morto per noi, sia buono con tutti. Riconosco
d'essere fortunata e di avere un marito, le figlie e la mamma che mi
vogliono bene. Ma non basta".
Caro padre, ho letto la lettera della ragazza quattordicenne che ha
la mamma con la sclerosi multipla (FCn43) e della fede che accompagna
tutta la famiglia in questo difficile cammino. Ho 56 anni e anch'io ho
la sclerosi multipla. Ho due figlie: una di 27 anni, fidanzata, e una di
29, mamma di un bimbo di 18 mesi che non posso tenere in braccio perche'
da tre anni mi trovo su una sedia a rotelle. Fino a quattro anni fa
facevo l'insegnante elementare.
Sono incontinente urinaria e fecale e ho bisogno del pannolone
che, durante il giorno, mi viene cambiato tre o quattro volte, a seconda
della necessita'. La mattina e la sera me lo cambia mio marito aiutato
dalla figlia non sposata, dopo che sono stata pulita e lavata su una
"padella", a letto. Nel pomeriggio, invece, ci pensa la mamma,
che ha 77 anni. Sempre mia madre, viene a casa mia la mattina per le
faccende domestiche e per far da mangiare: arriva alle 8 ed esce la
sera, quando mio marito rientra dal lavoro.
Sono assistita amorevolmente, ma mi sento mortificata ad aver bisogno
di questi servizi e di quelli di altre due persone che vengono per
mettermi a letto. Tra l'altro, nel modo in cui mi mettono cosi' rimango,
finche' al mattino non mi alzano: io non mi posso spostare di un
centimetro, ne' a destra ne' a sinistra. E non posso alzare ne' un piede
ne' una gamba. Mio marito ce la fa ancora ad alzarmi, ma non so fino a
quando durera' perche' a 59 anni e una mamma di 87 che abita sopra di
noi e che, in questo periodo, non sta troppo bene.
Perche', padre, le scrivo? Non lo so. Per avere un aiuto spirituale?
Non credo che mi gioverebbe. Forse le ho critto solo per sfogarmi. Io
non ce la faccio piu' a sopportare questa situazione. Ho dolori fisici
dappertutto, ma soprattutto dolori morali. Non ho piu' fede: non credo
che Dio, che e' morto per noi, sia buono con tutti. Riconosco di avere
la fortuna di avere il marito, le figlie e la mamma che mi vogliono
bene, ma non mi basta! Anche se non me lo fanno pesare, io so di essere
un peso.
Io non voglio vivere in queste condizioni! Tutti i giorni penso a
come fare per uccidermi, ma non ho niente per farlo. Perche' allora Dio
non mi fa accettare la mia condizione e non mi da' la fede? Vivo male,
la mia vita e' un inferno e vive male anche chi mi sta vicino. Non
riesco a mostrarmi serena perche' dentro ho l'angoscia, la disperazione,
la paura del domani. Lei, padre, potra' solo pregare per me e speriamo
che serva.
Grazie per aver letto il mio
sfogo.
Cecilia di Firenze
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