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EUTANASIA, i perché del "NO" Europeo

Bruxelles

L'eutanasia viene messa al bando in Europa. Dopo le sterzate in favore della "dolce morte" del mese scorso, soprattutto con la legalizzazione decisa in Olanda in presenza di determinate condizioni, è l'Alta Corte di Strasburgo per i diritti umani a imporre una decisa frenata. Pronunciandosi per la prima volta in materia, con uno storico verdetto gli euro-giudici hanno respinto il ricorso promosso da Diane Pretty, una signora britannica di 43 anni colpita da una sclerosi acuta che l'ha quasi completamente paralizzata e che la condurrà a un'atroce morte per soffocamento.
Diane aveva chiesto l'annullamento della sentenza del tribunale di Londra, che qualche mese fa le aveva rifiutato il diritto a uccidersi con l'assistenza del coniuge Brian poiché la legge britannica equipara la morte assistita all'omicidio volontario.

Un "caso" reso ancor più spinoso dal fatto che, poco più di un mese fa, un altro tribunale inglese aveva riconosciuto a una paziente tetraplegica, nota solo come Miss B, il diritto a rifiutare il trattamento medico che la teneva in vita.

L'Alta corte ha respinto le accuse di violazione della Convenzione europea sui diritti dell'uomo rivolte al Governo inglese dagli avvocati di Diane, perché le ha ritenute infondate dal punto di vista sia eticosia giuridico. << La Corte >>, recita il verdetto, << non può non comprendere la paura della donna. Da questo, però, non può derivare un diritto a morire >>. In particolare, per quanto riguarda l'articolo 2 della Convenzione, che salvaguarda il diritto alla vita, i giudici di Strasburgo concludono che esso <<...non può essere interpretato come tale da conferire il diritto diametralmente opposto >>, cioè quello di invocare la morte. Anche sulla presunta violazione dell'articolo 3, che vieta "trattamenti inumani e degradanti", i magistrati europei hanno deciso che il Regno Unito non è colpevole per il semplice fatto di vietare alla donna di sottrarsi, attraverso l'omicidio assistito, a una morte crudele.

                                                                               Stefano Valentino

Articolo tratto dalla rivista Famiglia Cristiana



13/05/2002

Diane Pretty, 43 anni, la donna inglese malata di sclerosi degenerativa che si era vista rifiutare la richiesta di eutanasia, è morta a Londra.
Dal 1999 la Pretty era completamente paralizzata dal collo in giù. Sia i tribunali inglesi che la corte dei diritti dell'uomo a Strasburgo le avevano negato il diritto alla "dolce morte".

 

 

 
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